Fantasmi della rete – Unità 731 – La festa

14.

Il viaggio stava volgendo al termine. Erano passate cinque ore da che, Leonardo, Isabella e Marzia, erano partiti da Torino. Si trovavano ormai ad alcune decine di chilometri da Roma.

“Quanto manca Leo?” chiese Marzia annoiata

“Penso che tra una mezz’oretta saremo a Roma, almeno così dice il navigatore.”

“Ancora…che noia! Vai più veloce dai!”

“Senti, già ho sorpassato di gran lunga i limiti di velocità, quindi, visto che c’è anche una poliziotta in macchina direi che è meglio non strafare!”

“A me non importa…vai pure quanto vuoi tanto se ti becchi la multa te la paghi tu…”

“Grazie mille…che amici che ho…” disse Leo buttando gli occhi in alto.

Il viaggio proseguì senza interruzioni. Il GPS li portò fino a Viale di Trastevere n. 185, un ampio viale alberato nei pressi del centro di Roma a qualche chilometro dalla Città del Vaticano.

La sede della Polizia Postale Informatica non assomigliava per nulla a quella di Torino. Parcheggiata la macchina si trovarono di fronte a un lungo edificio basso adibito ad uffici. Il parcheggio non era immenso ma abbastanza capiente per contenere le auto di coloro che vi lavoravano più qualche visitatore.

“Ma, è più piccola della sede di Torino?” chiese Conti

“Sì,” rispose Isabella “perché qui a Roma ci sono diverse sedi distaccate.”

Entrarono nell’edificio e si diressero verso l’anziana signora della reception. Erano circa le quattro del pomeriggio.

“Sono Isabella Castelli ho un appuntamento con il Sig. Fabio Lusengo.”

“Aspetti un secondo.”

La signora prese la cornetta del telefono che aveva vicino al braccio e compose il numero di un interno.

“Buongiorno Dott. Fabio. Qui c’è la signora Castelli che dice di avere un appuntamento con lei…sì gliela passo.”

La donna passò la cornetta a Isabella.

“Pronto”

“Ciao Isabella, sono Fabio. Scusa ma adesso sono in riunione. Stasera c’è una festa parleremo lì di tutto, fatti dare gli inviti.”

“Aspetta Fabio, questo tuo comportamento non mi piace…”

“Scusa tanto ora ti devo lasciare ciao ciao.”

La conversazione si chiuse prima che Isabella potesse rispondere. Ridiede la cornetta alla signora.

“Penso che abbiamo il pomeriggio libero.”

“Cosa?!” intervenne Leo

“Dice che ci dirà tutto stasera ad una festa…”

“Una festa? Fantastico!” esclamò Marzia “Aspetta. Non ho nulla da mettere…noo!”

“Dobbiamo cercarci un albergo” sentenziò Isabella.

“Ci penso io ragazze, fatemi fare solo un paio di telefonate e vi trovo tutto. Intanto voi fatevi dare l’indirizzo preciso.”

Leonardo si diresse verso l’uscita tirando fuori dalla tasca il suo Blackberry; pensò che di sicuro Alpha poteva, in breve, risolvere il loro problema.

“Alpha.”

“Sei arrivato a Roma?”

“Sì, ci sono. Mi servirebbe un favore.”

“Dimmi.”

“Mi prenoti un paio di stanze in qualche hotel vicino al centro di Roma?”

“Mi hai preso per il tuo maggiordomo?”

“Dai Alpha!”

“Sto scherzando! Te la prendi subito! Aspetta un po’, ti mando il nome e l’indirizzo dell’hotel direttamente sul GPS…e non mi chiedere come faccio perché non te lo dico.”

“Ok…ormai sono abituato alle tue magie. Ciao ci sentiamo stasera dopo la festa.”

“Che festa?”

“Ah, ah, ah,…finalmente una cosa che non sai! Uh come sono felice!”

“Fai poco lo spiritoso e dimmi tutto…se no ti mando a dormire in una bettola.”

“Lasciami godere la poca gloria che ho…c’è una festa della polizia…siamo stati invitati e per ora non sappiamo nulla di ciò che volevamo. Ti spiego meglio dopo, ora ti saluto ciao.

“Ho capito ciao.”

Queste conversazioni ovviamente avvenivano via chat. La tastierina del cellulare era un po’ scomoda ma in casi come questi non ci si faceva caso.

Ormai era arrivato alla macchina e appena alzò lo sguardo vide che le sue accompagnatrici stavano arrivando.

“Vi siete fatte dare l’indirizzo?”

“Certo…vorrei solo sapere cosa ci metteremo per andare ad una festa nel centro di Roma”.

In effetti il problema esisteva per tutti. Sapevano bene che non potevano andare ad un party romano con l’abbigliamento che avevano indosso.

Decisero che ci avrebbero pensato in albergo. Salirono sulla macchina e come promesso da Alpha il navigatore era già impostato con il tragitto da seguire.

Arrivarono fino nel centro di Roma a ridosso della Città del Vaticano. Il navigatore li guidò fino davanti al cancello di un Hotel a cinque stelle che si chiamava Royalh.

“Ma dove hai prenotato?” chiesero in coro le ragazze

“Per voi questo ed altro.” disse Leonardo nascondendo il suo stupore

Si avvicinò un inserviente vestito con una divisa rossa.

“I signori vogliono accomodarsi. Penserò io alla macchina.”

“Grazie…”

“Bernardo per servirvi.” disse l’inserviente con voce possente

“Grazie Bernardo…mi raccomando, trattamela bene.”

“Sarà fatto signore, desidera che l’auto venga lavata?”

“Grazie mille, magari l’interno”

“Grazie per essere tornato a trovarci, le sue visite sono sempre molto gradite.”

Il viso di Leonardo si dipinse di stupore, non era mai stato lì, magari l’aveva scambiato per qualche personaggio importante. Quello che ignorava era che Alpha aveva dato precise istruzioni per il suo alloggio.

Salirono su per le scale che conducevano alla porta di ingresso. Altri due inservienti erano immobili vicino alle porte.

“Buona sera signor Conti, che bello rivederla.”

“Leonardo, non mi avevi detto che frequentavi posti come questo.” disse divertita Isabella

“Nemmeno a me.” aggiunse Marzia con aria indispettita.

“Ehm…meglio che sto zitto…”

Il giovane non sapeva cosa dire, non era mai stato lì. Capì che doveva esserci lo zampino di Alpha che gli giocava uno dei suoi soliti scherzetti ma, vista l’accoglienza, decise che poteva sopportarlo.

Arrivati nella hall tutti furono incantati dalla bellezza degli interni. Il pavimento di marmo era adornato da miriadi di tappeti persiani il cui colore predominante era il rosso, tutto il resto era dipinto d’oro. Al centro della sala si notava un lampadario di cristallo con un’infinità di lampadine tutte accese, uno spettacolo unico. La luce che proiettava si rifletteva negli specchi posizionati ad arte tutt’intorno alla stanza, l’ambiente era caldo e rilassante degno di un hotel da VIP. Si diressero verso la reception all’interno della quale si trovava un inserviente con la solita divisa rossa; aveva circa cinquant’anni anche se aveva le sopracciglia e capelli completamente bianchi. Fu lui ad iniziare a parlare.

“Benvenuto signor Conti. La stavamo aspettando. Posso parlarle in privato?”

“Certo.”

Le ragazze si sentirono in imbarazzo mentre venivano fissate senza parlare sia da Leo che dal tizio dietro il bancone, decisero che era meglio spostarsi altrove nella hall.

“Avere un amico di AlphaCentauri qui nel mio hotel è veramente un onore.”

“Lei conosce AlphaCentauri?”

“Sì, diciamo pure che è il vero proprietario dell’hotel.”

“Ahh, ora mi è tutto chiaro.”

“Ovviamente la sua permanenza qui è gratuita. Ci scusi per la messa in scena, ma la discrezione è l’arma principale per il signor Alpha, per questo l’abbiamo trattata come se fosse già stato qui, per evitare di destare sospetti.”

“E io che pensavo che fosse per il suo puro divertimento.”

“In effetti quello è un altro motivo…doveva vedere la sua faccia…conti che qui ci sono telecamere dappertutto.”

“Ho capito…ci sta guardando…ti diverti sempre alle mie spalle vero Alpha? Stavolta te lo faccio fare perché questo posto è fantastico!”

I due smisero di bisbigliare mentre le ragazze si riavvicinarono.

“Come ci aveva chiesto” disse ad alta voce l’inserviente “i vostri vestiti per stasera sono nelle vostre camere. La suite più grossa è per le signore e quella al piano di sopra è per lei.”

“I nostri vestiti?” ripeté Marzia

“Certo signorina, i vostri vestiti per la serata, se per caso le taglie non fossero giuste il nostro sarto aggiusterà subito tutto. Prego ora, queste sono le chiavi.”

“Leo, quanto ti è costato tutto questo?” chiese Isabella

“Non tanto, non vi preoccupate.”

“Riesci sempre a stupirmi.”

“Lo so. Ma non è tutto merito mio.”

“E di chi sarebbe?” intervenne Marzia

“Di un mio amico albergatore.”

“E chi sarebbe?”

“Ora vuoi sapere troppo. Goditi la serata. Mi raccomando voi, alle sette vi voglio vedere qui sotto, puntuali che dobbiamo andar via.”

“Ok.” risposero in coro.

Le due donne si diressero verso la loro camera e lo stesso fece Leonardo. Salendo si chiese quanto fosse grande il giro di affari di AlphaCentauri e chi fosse veramente. Gli aveva praticamente regalato la macchina, il cellulare, il tablet e ora lo faceva stare gratis in un hotel di lusso. Doveva ringraziarlo. In effetti si era dimostrato un vero amico in più di un’occasione. Forse, pensò, aveva così tanti soldi che l’unico piacere era spenderli per gli amici visto che lui non ne poteva godere appieno.

Con questi pensieri arrivò nella sua stanza. La aprì con la carta magnetica che gli era stata data. Aprendo la porta a due ante si trovò davanti ad una stanza fantastica. Al centro c’era un letto a baldacchino a due piazze, nonostante fosse da solo. Da un lato della stanza c’era una grande finestra che dava su Roma e da cui si poteva ammirare tutto il centro con il Colosseo che dominava in primo piano. Dall’altro lato c’era un grande televisore al plasma, una scrivania con sotto un piccolo frigobar. Nell’ultimo muro si distingueva la porta che dava sull’ampio bagno contenente oltre ai vari accessori una vasca idromassaggio.

Appoggiato sopra il letto c’era uno smoking nuovo di zecca. Erano solo le cinque del pomeriggio. Aveva due ore di tempo prima della festa. Decise che si voleva godere quel lusso.

Entrò in bagno e impostò la temperatura dell’acqua. Chiamò con il piccolo telefono la reception per farsi portare della biancheria nuova che gli fu recapitata in meno di cinque minuti. Intanto la vasca si riempì e Leonardo poté immergersi in un gorgoglio di bollicine che gli massaggiavano la pelle.

Mentre si rilassava prese il Blackberry che aveva appoggiato su un lato della vasca e incominciò a scrivere ad Alpha:

Stavolta hai superato te stesso. Grazie Alpha.”

“Figurati, a me non è costato nulla.”

“Non è vero.”

“Certo che è vero, quelle stanze erano vuote comunque e la gente che pago, la devo pagare comunque.”

“E i vestiti?”

“Quelli li dovete restituire…spero non rovinerai uno smoking da duemila euro in una serata.”

“Spero proprio di no.”

“Divertiti, fino a quando puoi. Ho la sensazione che questa storia sia più grande di quello che sembra.”

“Come mai dici questo?”

“In rete ci sono degli strani movimenti. Si vocifera di una specie di setta che sta nascendo tra gli hacker più famosi di tutto il mondo. Non so molto, ma sono pericolosi.”

“E che cosa ci importa a noi?”

“Ho fatto delle ricerche, l’Italia non è l’unico paese dal quale vengono rubati soldi. Questi prelievi avvengono in tutto il mondo occidentale. Secondo una mia stima non troppo precisa sono stati rubati oltre mezzo miliardo di euro in tutto.”

“Cosa!? Cinquecento milioni di euro rubati! E non se n’è accorto nessuno? Impossibile.”

“Ci stanno lavorando le polizie di tutto il mondo, compresa la CIA, il problema è che non riescono a sbrogliare la rete, questa è gente tosta. Da quando si sono scoperti questi furti molti ci stanno lavorando ma nessuno ha scoperto nulla. Non sei nemmeno l’unico ad aver scoperto la costante dei centocinque anni, l’unico problema è che anche se sono riusciti a scoprire chi erano le vittime non sono riusciti a evitare i furti che avvengono puntualmente. Con la nostra strategia io sono sicuro di beccarli ma dobbiamo avere pazienza.”

“Come mai nessuno ha adottato la nostra stessa strategia?”

“Perché è illegale?”

“Da quando in qua la polizia si preoccupa della legalità?”

“Mai, ma le banche sono organismi potenti e non permettono a nessuno di ficcanasare nei loro affari, noi l’abbiamo fatto solo perché siamo più furbi di loro.”

“Sei più furbo di loro…”

“Esatto…grazie per la specificazione.”

“Figurati, quel che è vero è vero. Tra l’altro…ancora nulla?”

“No, penso che dovremmo aspettare mesi…o quantomeno settimane. Aspettiamo, il primo che tocca i soldi dai conti che ho individuato è spacciato. Vedi un po’ cosa ha da dirti Fabio, anche se penso che non vi dirà molto di più di quello che ti ho detto io ora.”

“Dici che devo contattare Thomas Bellinger?”

“Non ancora, tanto penso ci stia già lavorando per i fatti suoi a New York, chiederemo il suo aiuto solo se sarà necessario.”

“Ok Alpha, ora io mi godo il mio bagno. Buon lavoro e non spiarmi troppo.”

“Dovevi vedere la tua faccia quando l’inserviente ti ha preso la macchina e ti ha chiesto se volevi che fosse lavata. Sembravi un bambino davanti ad un giocattolo nuovo. Rido ancora adesso.”

“Sono contento di farti ridere anche se potresti avvertirmi una volta ogni tanto.”

“Così non mi diverto più.”

“Ridi, ridi…prima o poi mi vendicherò.”

“Non vedo come…”

“C’è sempre un modo Alpha, c’è sempre un modo…e allora sarò io a sbellicarmi…”

“Mi immagino la tua faccia adesso con quel sorrisino da ebete mentre ti crogioli nell’idromassaggio…”

“Sorrisino da ebete…che ti venisse…”

Entrambi risero di questa conversazione, scherzare era un modo per sdrammatizzare. In realtà Leo era contento che Alpha trovasse il modo per divertirsi, anche se era un modo piuttosto bizzarro, in fondo era costretto tutto il giorno a letto e se, prenderlo in giro, poteva dagli qualche attimo di gioia si faceva prendere in giro volentieri.

“Alpha, ti posso chiedere una cosa?”

“Spara.”

“Quanti anni hai?”

“Ne ho circa trenta.”

“Quasi dieci in più di me.”

“Già.”

“Grazie bello. Ora mi godo il bagno. Ci sentiamo non appena so qualcosa di più preciso.”

“Ok.”

Leonardo chiuse la comunicazione e si sistemò meglio nella vasca idromassaggio. Chiuse gli occhi e si mise a pensare: si rese conto che si stava di nuovo cacciando in un affare più grande di lui. La prima volta era sopravvissuto ma non bisognava sfidare la sorte così a cuor leggero. Si rese comunque conto che pensarci non serviva a nulla per cui decise di godersi la serata fino in fondo. Ogni giorno bisognava affrontare la giornata senza curarsi di quello che sarebbe potuto succedere. Se si diventa troppo ansiosi si finisce per non godere della vita.

Si stava facendo tardi per cui decise che era il momento di uscire, suo malgrado, dal bagno ristoratore, prima però era meglio darsi una lavata, visto che c’era.

Quando fu lindo e pulito uscì e si diresse verso la camera da letto si vestì con lo smoking nero e si diede una pettinata.

Guardandosi allo specchio si congratulò con se stesso. Si era meritato un dieci e lode in bellezza quella sera. I suoi capelli castani ondulati gli davano un tocco di charme anche se alcuni capelli bianchi incominciavano ad apparire nonostante la sua giovane età.

Dopo essersi spruzzato un po’ di profumo che aveva trovato in bagno decise di scendere al piano di sotto ad aspettare le ragazze anche se era ancora un po’ presto, ma non aveva avuto modo di girare per l’albergo e voleva vedere come era il piano di sotto.

Scese con l’ascensore fino al piano terra. Incominciò a girare come un vagabondo ammirando i vari quadri nella stanza. Molti avevano un discreto valore e Leo, anche se non era un grande intenditore, sapeva apprezzare l’arte. Il tempo passò molto in fretta e arrivarono le sette, orario prestabilito per l’incontro.

Si sedette in un divanetto, consapevole che avrebbe dovuto attendere minimo un quarto d’ora prima che le due donzelle si degnassero di scendere.

La sua pazienza però fu premiata. La prima che attrasse la sua attenzione fu Marzia. Portava un vestito color oro che la faceva sembrare una pepita brillante. Il vestito era molto lungo e aderente per mettere in risalto le forme snelle della ragazza. Era senza spalline, infatti, Leo si chiedeva come riuscisse a star su. Le spalle erano scoperte mentre le braccia erano adorne di due lunghi guanti che arrivavano fino a metà bicipite. I capelli mogano della ragazza scendevano giù fino a metà schiena, erano ricci e belli. Il trucco dorato e il rossetto chiaro la facevano sembrare una stella del firmamento.

Poco lontana da lei c’era Isabella. Portava un vestito rosso della medesima fattura di quello di Marzia, al posto dei guanti, però, aveva un lungo scialle che le scendeva sulla schiena. I suoi lunghi capelli biondi splendevano come oro sul corallo. Insieme sembravano due star in procinto di andare alla prima del loro ultimo film.

“Ragazze, fatevelo dire: siete bellissime.”

“Anche tu non sei male.” disse Marzia

“Stasera mi invidieranno tutti!”

“Puoi dirlo forte” ribatté Isabella “con due schianti come noi chiunque sarebbe geloso di te.”

“Mi invidieranno perché non hanno il mio fascino…ma che avete capito?”

Dopo questa, senza dire una parola, e con in volto un’espressione interrogativa le ragazze, si diressero verso l’uscita.

“Su dai non fate così…era solo una battuta…”

Leo dovette rincorrerle.

Usciti dall’albergo si trovarono di fronte all’Audi S3 di Leo pulita e splendente. Precedentemente aveva già caricato nei preferiti del GPS l’indirizzo del party. Salirono in macchina e partirono decisi.

Nel tragitto poche parole furono dette, parole che avevano l’unico obiettivo di sedare un po’ la tensione che si stava creando. Leo e Marzia non avevano mai partecipato ad una serata di gala e non sapevano minimamente come comportarsi. Decisero che sarebbero rimasti vicini per godersi la serata in pace.

Arrivati al luogo prestabilito si trovarono davanti ad un locale ben illuminato non lontano dal centro di Roma.

Al cancello erano appostati due uomini alti e massicci vestiti di nero. Dopo aver parcheggiato la macchina il terzetto si diresse sicuro verso l’entrata. I due buttafuori sbarrarono loro la strada prima che entrassero.

“Avete i biglietti?”

Tutti e tre tirarono fuori il loro invito.

“Bene, potete entrare, buon divertimento.”

Entrati nel locale si sentirono subito rintronati dalla musica ad alto volume. Si sentiva un pezzo dance sconosciuto che però sembrava infiammare gli animi di tutti. Il locale era formato da una grandissima sala in cui, da un lato c’era la pista da ballo piena di luci psichedeliche, che lo faceva assomigliare ad una discoteca, dall’altro c’erano una serie di tavoli e divanetti dove ci si poteva accomodare.

Isabella riconobbe due o tre politici meno noti e qualche componente della polizia, ben poca cosa rispetto alle oltre duecento persone invitate.

I tre si sedettero ad un tavolo imbarazzati, ordinarono un drink e si misero a guardare la folla che ballava senza pensare ad altro. Erano solo le otto di sera ed era strano che i balli fossero già iniziati.

Lo spettacolo fu monotono per ore e dopo un primo, un secondo, un terzo e un quarto drink decisero che fosse meglio andarsene e che quella festa fosse veramente una buffonata.

“Che schifo di festa!” esclamò Marzia

“Questa è la borghesia romana, non si divertono se non ballano e non si ubriacano…hai ragione…fanno ribrezzo” rispose Isabella con disgusto.

Stavano per uscire quando sentirono una voce alle loro spalle.

“Isabella Castelli te ne vai di già?”

“Fabio…ma che posto è questo? Perché ci hai invitati qui?”

“Non vi state divertendo? Su ragazzi, scioglietevi un po’…pensate troppo al lavoro secondo me.”

“E tu ci pensi troppo poco” il tono di Isabella si fece minaccioso.

“Stai calma. Ora parleremo di ciò che vuoi. Sei uno schianto lo sai?”

“Pensavo avresti organizzato qualcosa di meglio che questa bolgia…questa masnada di persone che si ubriacano…”

“La gente si diverte così non lo sai? Allora dimmi un po’ cosa vuoi sapere?”

Isabella si girò verso Marzia “Scusa tesoro, puoi lasciarci un momento?”

Va bene…tanto devo andare in bagno.”

“Ora veniamo a te” riprese Isabella “devi dirmi tutto quello che sai sul prelievo dei soldi dalle banche, non accetto bugie né risposte evasive, parla.”

“Ok, ti racconto tutto quello che so, ovviamente questi sono discorsi confidenziali. Bene. Devi sapere che queste sottrazioni di denaro non sono capitate solo qui in Italia. Si sono registrati furti in tutti i paesi dell’Unione Europea, negli USA, in Canada, in Giappone e in Cina. Tutti i paesi industrializzati sono stati colpiti. Non siamo riusciti ancora a capire come facciano a rubare i soldi. Il server della banca non si accorge di nulla. Dapprima pensavamo fossero degli impiegati interni a fare scherzi, ma i furti sono così numerosi e così sparsi in giro per il mondo che questa teoria è caduta da sola. Nonostante abbiamo individuato molte delle vittime prima che queste venissero derubate non siamo riusciti a capire in che modo, nello specifico, avvengono i furti. Ad aggravare questo fatto ci sono le banche con le loro regole stupide che intralciano il nostro lavoro. Dopo i furti, ovviamente, non rimane traccia degli hacker e tutti i fondi vengono convogliati in dei conti nelle isole Cayman e poi scompaiono nel nulla. Tutte le polizie del mondo stanno cercando indizi ma si naviga nel vuoto. Non si riesce a capire come sia possibile una cosa del genere. Nessuno aveva mai visto un’operazione così ben pensata e su così larga scala. Quei farabutti o quel farabutto la stanno facendo in barba a tutti. In tutto hanno rubato oltre seicento milioni di euro. Questo è tutto.”

“Non avete delle ipotesi su chi possa essere il colpevole?” chiese Leo.

“No, ma a livello internazionale stiamo tenendo d’occhio una specie di setta che appare e scompare da anni ormai. Si chiama Unità 731. Sono dei fanatici a quanto ne so io, ma nessuno sa niente. L’unica cosa certa è che sono guidati da un hacker che si fa chiamare Z3u5, sicuramente uno dei professionisti più dotati sulla piazza. Direi che l’unico che può tenergli testa è il vostro amico Ebola, ma di lui ormai non si sente più nulla da mesi…comunque non abbiamo nulla di concreto in mano ma solo congetture. Abbiamo mani e piedi legati e non sappiamo che pesci prendere. Spero che voi abbiate più fortuna.”

“La situazione è peggiore di quanto immaginassi” disse Isabella grave.

“Ora penso che sia chiaro perché vi ho portato in questa festa, anche i muri hanno le orecchie in centrale, non so cosa stia succedendo ma penso che a breve qualcosa di grosso accadrà.”

“Cosa intendi per anche i muri hanno le orecchie?”

“Secondo me ci spiano.”

“Chi?” chiese sempre più interessato Leo

“Mi sa che ci sono infiltrati ovunque, gente che si spaccia per poliziotto ma che in realtà fanno solo il doppio gioco. Non saprei come spiegarlo…”

“Capisco. Grazie Fabio, devo dire che ti avevo giudicato male, scusa.” disse Isabella

“Figurati. Se hai bisogno chiama pure ma sappi che non ti rivelerò alcuna informazione se non di persona.”

“Lo terrò a mente. Ora ti saluto.”

Dopo pochi minuti fece capolino Marzia. I tre si diressero verso l’uscita, nessuno parlava. Entrarono in macchina e in silenzio si diressero verso l’albergo.

Erano poco più che mezzanotte quando tutti si ritrovarono nella loro stanza. Leo era solo che rifletteva sul letto. Le rivelazioni di Fabio erano state scottanti: “infiltrati ovunque” queste erano state le sue parole…doveva parlare con Alpha, prese in mano il cellulare:

“Alpha ci sei?”

“Come no…dimmi, come è andata?”

“La festa uno schifo, ma abbiamo avuto delle interessanti notizie.”

“Spara.”

“A quanto diceva Fabio, la festa era solo un espediente per poterci parlare in un luogo in cui nessuno potesse sentire, infatti la musica era assordante e anche noi che eravamo ad un palmo dal naso di Lusengo facevamo fatica ad ascoltare quello che aveva da dirci. Ci ha detto quello che tu già sapevi ma con qualche particolare in più. La cifra rubata si aggira intorno ai seicento milioni di euro e, colmo dei colmi, ci sono degli infiltrati nella polizia. Secondo Fabio infatti, anche i muri hanno orecchie. Ha parlato di quella setta a cui tu avevi accennato e ha detto che è capitanata da un certo Z3u5, un hacker bravo quasi quanto Ebola. Morale della favola: secondo lui ci sono loro dietro questi furti.”

“Interessante direi…Z3u5…benissimo, la serata è stata più proficua di quanto pensassi. Ora mettiti a dormire che domani vi aspetta il lungo viaggio di ritorno. Intanto io rifletto su queste ultime rivelazioni.”

“Ok ciao.”

Conti si mise sdraiato sul letto e diede un’altra occhiata all’orologio appeso alla parete. Erano mezzanotte e mezza e si trovava in un albergo di lusso al centro di Roma. Gli venne in mente la frase che gli antichi abitanti di quella città dicevano: Roma caput mundi. Si trovava nella capitale e l’unica cosa che era riuscito a fare era lavorare. Questa situazione non gli piaceva per nulla, ma poteva porvi rimedio subito.

Prese il telefono e compose il numero di stanza delle ragazze.

Pronto.” disse la voce di Marzia

Ehilà. Che state facendo?”

Veramente stavamo andando a dormire.”

Ma dai! Siamo a Roma e voi pensate a dormire, come minimo dobbiamo andarci a fare una passeggiata in centro.”

Aspetta un attimo.”

Leo aspettò qualche secondo in linea sentiva che tra le due donne c’era uno scambio di battute, ma non riusciva a capire che cosa si stessero dicendo.

Isabella dice che non vuole uscire, ma io vengo volentieri.”

Ok. Ci vediamo sotto tra qualche minuto.”

Riattaccò la cornetta e un brivido lo attraversò, non era certo la prima volta che usciva con Marzia ma l’essere con lei in una città magica come Roma lo emozionava.

Si tolse lo smoking e si rimise il vestito marrone con cui era arrivato ma decise di non rimettersi la cravatta. Andò in bagno per vedere se era tutto in ordine. I capelli erano a posto, il vestito pure, rimaneva solo una cosa. Si mise la mano aperta davanti alla bocca e alitò contro la mano annusando subito dopo.

Forse è meglio che mi lavi i denti.”

Non sapeva perché ma provava una certa agitazione per quell’incontro anche se con Marzia si sentiva a suo agio.

Uscì dalla stanza e si diresse verso la hall. Naturalmente lei non era ancora arrivata e l’aspettò seduto su un divanetto con la faccia rivolta verso le scale dalle quali doveva scendere.

Dopo qualche minuto arrivò anche la ragazza. Era diversa, aveva rimesso gli abiti con i quali era arrivata ma il trucco aveva cambiato colore, cosa che indicava la cura con cui, anche lei, si era preparata per quell’incontro non programmato.

Mi piaci molto di più così, semplice.”

Grazie” disse abbassando gli occhi intimidita, forse sarebbe anche arrossita se la sua carnagione olivastra non avesse nascosto il rossore.

I due si diressero verso l’uscita scherzando e ridendo come al solito. Si misero a passeggiare per Roma passando da piazza di Spagna, fino al Colosseo. Passarono diverse ore in cui parlarono di tutto. Tra loro si stava stringendo un legame sempre più forte.

8 commenti

  1. Daniele il tuo libro sarà bellissimo ma pubblicarlo a pezzi in un blog è davvero una scelta pessima. Mi meraviglio come Angelo ti abbia permesso una simile cosa. (Ha abbassato il livello tecnico di questo blog in maniera drastica)

    Se lo pubblichi interamente su un pdf penso che molti lo leggeranno con piacere, o in alternativa dedica un blog interamente al tuo libro così da facilitare la lettura.

    Saluti

  2. La pubblicazione del libro non può abbassare il livello tecnico: gli articoli tecnici vecchi rimangono e quelli nuovi saranno pubblicati in futuro, quindi secondo me non toglie nulla, semmai aggiunge valore a questo sito.

  3. Ciao Eva, innanzi tutto grazie per aver espresso la tua opinione, ma come avevo evidenziato nell’articolo “Feuilleton nell’era degli hackers”, questo progetto era nato nel modello di quanto facevano grandi scrittori, come per esempio Dumas. Comunque senza fare digressioni storiche sono convinto che leggere un libro sia molto meglio che leggere i capitoli nella pagina di un blog, ma purtroppo oggi le mie velleità letterarie non comprendono la pubblicazione di un altro libro (nè la creazione di un sito), quindi con Angelo abbiamo pensato che il pubblico di PH gradisse dilettarsi con una lettura un pochettino più leggera senza perdere di vista il tema principale del blog.

    Spero di aver chiarito i tuoi dubbi. Ciao

  4. Ciao, prima di tutto un sincero complimento per il contenuto tecnico di questo blog: sempre attento e puntiale. Ho notato, sbirciando gli ultimi post, che i contnuti hanno subito una virata inaspettata. Penso sia una scelta molto forte e sicuramente ha un taglio opposto a quanto ero abituato a leggere. Ho letto diversi contenuti che mi hanno aiutato, tempo permettendo, ad esplorare ed apprezzare le reti di telecumincazioni ed i personaggi di spicco storici che hanno contribuito a migliorarle attraverso azioni spesso per lo più considerate illecite. Oggi trovo un blog romanzo! Da ragazzo, non tantissimo tempo fa, con una ventina di amici avevamo gestito un portale web di giochi di ruolo pubblicando tra l’altro anche corposi capitoli di romanzi di uno scrittore fantasy. E’ stata una delle esperienze più belle della mia vita sia per la passione degli amici sia per la qualità della produzione che eravamo riusciti ad ottenere coinvolgendo grandi case produttrici ed artisti fantasy riconosciuti che non ci hanno negato il loro supporto. Finché siamo riusciti abbiamo cercato di soddisfare prima di tutto i nostri lettori ed è stato sempre il vero motivo della magia che siamo stati in grando di realizzare. Sarei un lettore soddisfatto se tra i capitoli del romanzo tornassero anche i contenuti curati consueti, dove oltre alla descrizione del contesto fosse vivo l’aspetto tecnico. Ringrazio per le buone orecchie (occhi).

  5. Ciao dmitrij, come diceva Angelo i contenuti torneranno presto per quanto riguarda il contenuto tecnico del romanzo c’erano 2 scelte: o lo si faceva tecnico ma non dilungandosi in spiegazioni (se no non è più un romanzo) e quindi la comprensione veniva data solo ai più smaliziati, o si saltava la parte tecnica così da creare una storia accessibile a tutti, anche ai più piccoli. Io ho scelto questa seconda categoria perchè mi sembrava la più adatta al grande pubblico, pensa che una volta mi ero messo a scrivere un romanzo con contenuti di livello tecnico elevatissimo ma è stato un fallimento totale. Solo pochi riuscivano a leggerlo e molti mi chiedevano di semplificarlo…poi non l’ho nemmeno finito…è stato un naufragio completo.

  6. Grazie per l’attenzione. Come già accennato da Eva, vi suggerisco di pubblicare i capitoli del romanzo, a gruppi di due o tre, in formato pdf che risulterà facilmente stampabile e potrà essere lasciato sul treno o autobus come ulteriore forma di condivisione.

  7. ne stavamo giusto parlando con Angelo in questi giorni, potremmo creare un pdf e ebook con tutti i capitoli pubblicati, poi magari una volta al mese pubblicare quello aggiornato…

    Grazie dmitrij non male come idea…io pensavo di metterlo solo alla fine ma quello che hai proposto mi piace…

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