Fantasmi della Rete – Unità 731 – Il piano.

68.

Ebola si trovava seduto al suo posto in un aereo diretto all’aeroporto di Los Angeles, non era stato facile convincere i cubani a lasciarlo partire, ma il rischio era troppo grosso per loro. Come al solito i suoi metodi di convincimento risultavano molto efficaci.

Subito dopo che aveva detto al segretario di stato cosa sarebbe successo se non fosse partito, tutto era diventato più semplice. In fondo i cubani avevano visto di cosa era stato capace e sapevano che, quando parlava del suo mestiere, non mentiva mai e lo faceva con cognizione di causa.

Dopo qualche ora di piacevole viaggio Ebola si trovò all’aeroporto di Los Angeles: finalmente in America. Erano passati mesi da quando era partito da New York diretto prima in Italia poi in Cina e ora, anche se non pensava, si sentiva davvero bene ad essere a casa.

Prese un taxi che lo portò a Downtown uno dei quartieri più conosciuti della città. Trovò un motel e decise che, per qualche tempo sarebbe rimasto lì dentro.

La sua stanza era grossa non più di cinque metri per tre con un letto nel centro e una televisione di lato, non era molto grande, ma almeno era pulito e non costava molto.

Dopo che ebbe posato la sua unica valigia prese di nuovo un taxi diretto verso il vicino centro commerciale dove intendeva acquistare una buona macchina per il lavoro che lo attendeva. Comprò un portatile Sony Vaio con lo schermo da quindici pollici, la sua relativa docking station, uno schermo LCD da ventidue pollici sedici noni, un netbook da undici pollici , due tastiere ed due mouse. Ordinò anche un mobiletto che gli sarebbe stato recapitato direttamente nella sua attuale residenza in giornata.

Arrivato a casa accese i portatili e inserì, ad uno per volta, il cd del sistema operativo su base linux da lui opportunamente modificato. Nel giro di qualche ora i computer erano operativi. Arrivò anche il mobiletto dove installò lo schermo che attaccò alla docking station del Sony e collegò via lan anche il netbook che restava sempre acceso a fianco del primo computer, le due tastiere e i due mouse. Si accorse che non si era sistemato benissimo, due mouse davano fastidio; decise di togliere quello del netbook e di usare il laptop anche se, per dir la verità, l’hacker non faceva molto uso del mouse, perché per la maggior parte del tempo lavorava direttamente nella shell di comando senza motore grafico e, quindi, senza avere bisogno del “topo”.

69.

“Non mi sembra la cosa migliore da fare” intervenne il professor Cecksy “Leonardo è stato di grande aiuto per tutta l’operazione; i suoi segreti non ci interessano per ora. Forse voi non vi rendete conto della situazione! Di sicuro la CIA non se ne rende conto. Qui non stiamo parlando di un ragazzino che gioca a fare l’hacker, qui stiamo parlando di un’organizzazione potente e piena di contanti. Mi hanno rapito e tenuto prigioniero due anni senza problemi, hanno tentato di uccidermi ieri sera senza nemmeno essere collegati all’omicidio. Hanno l’appoggio dei politici di vari stati, pensate che sia una cosa facile dargli contro? Pensate che possiamo permetterci di prestare attenzione a delle scaramucce di poco conto? Se pensate questo siete destinati a fallire! Ogni aiuto è ben accetto, qualunque sia la fonte. Siete stati disposti ad accettare l’aiuto di un hacker di fama internazionale ma volete allontanare Conti solo perché non vi va a genio che un ragazzo sia migliore di voi! Sono molto deluso da questa presa di posizione. Se lui se ne va me ne vado anch’io.”

“Professore stia calmo per favore” disse Hawk “Forse ci stiamo scaldando un po’ troppo. Il problema è che queste informazioni sono state prese in maniera illegale, non possiamo fare finta di nulla.”

“Mi faccia il piacere capitano! Non dica stupidaggini! Cosa ci importa da dove arrivano le informazioni? Ci sono e basta! Ci servono? Sì, anzi sono indispensabili. Volete un colpevole? Ok, glielo procuro io, sono io l’hacker che le ha prese. Mettetemi in galera, subito” mentre parlava tese le mani come se volesse che gli mettessero le manette.

Tutti stettero in silenzio per qualche minuto, poi C4ss4ndr4 si alzò:

“Io ho aiutato il professore, mettete in galera anche me!”

A questo punto Bellinger e il capitano avevano lo sguardo basso e non sapevano più cosa fare.

“Ok, ok…stiamo calmi. Abbiamo preso un abbaglio. Ora sedetevi tutti che ne parliamo.” Gerry era un tipo silenzioso, ma quando parlava diceva sempre cose sensate “Mi sembra inutile parlare di galera, responsabilità ecc. Allora, parliamo da persone civili. Leonardo ha un talento naturale per scovare prove e per mettersi nei guai e questo lo sappiamo tutti, chi siano i suoi informatori è irrilevante. Torniamo alla normalità e dimentichiamo questi ultimi dieci minuti. Leo: continua pure la tua esposizione.”

Nessuno parlò quindi per tacito assenso Conti si sentì libero di parlare.

“Bene…ora non mi ricordo più dov’ero arrivato…comunque…tra cinque giorni dobbiamo trovare il modo di entrare nell’edificio. Come potete vedere dagli schemi non c’è nessuna via utilizzabile a parte quella principale…”

“In realtà una via c’è.” intervenne Bellinger visibilmente imbarazzato.

“E quale sarebbe?”

“Il cielo. Hai parlato di telecamere, di fari luminosi, di cancelli elettrificati ma, a meno che non abbiano un radar, se arriviamo dal cielo di notte nessuno ci vedrà.”

“Scusa eh…non siamo Navy Seal.”

“Io e Gerry non abbiamo problemi, il professore era nell’esercito quindi nemmeno lui ne ha, rimanete tu e C4ss4ndr4, ma potete attaccarvi a me e a Gerry.”

“Ti dimentichi un particolare.” intervenne C4ss4ndr4 “abbiamo appena detto che il server si trova nel seminterrato, se arriviamo dal tetto come facciamo a passare senza essere visti?”

“Non sarà sorvegliata come una fortezza! Almeno spero. Tu che sai tutto: sai quante guardie ci sono?”

“No Tom, ma posso provare ad informarmi.”

“Fallo subito.”

“Ok, aspettate un attimo.”

Leonardo uscì dalla stanza e si diresse verso il bagno. Intanto prese il suo Blackberry e compose un messaggio per Alpha:

“Alpha, non so se stai seguendo, mi serve il numero di guardie della sede in Manciuria.”

“Sto seguendo tutto dalle telecamere a circuito chiuso. Aspetta un attimo.”

“Ma se sono a circuito chiuso come fai a collegarti?”

“…”

“Ok, aspetto.”

L’attesa non fu lunga, durò solo pochi minuti.

“Patterson mi ha detto che dovrebbero essere dieci, ma potrebbero essercene di più, conta dodici e sei a posto.”

“Grazie.”

“Figurati, sei tu che rischi.”

Uscì fuori dal bagno, dove era sicuro che non ci fossero telecamere di sicurezza, e si diresse verso la sala riunioni dove tutti lo stavano aspettando.

“Le guardie sono dieci o dodici ma il mio informatore non lo sa con sicurezza.”

“Poteva guardare nelle buste paga” scherzò Hawk ma nessuno rise

“Comunque non sono molte, un impianto di mille metri quadri su tre piani con un ettaro di terreno intorno è veramente troppo da controllare per solo dodici guardie.” commentò Bellinger

“Non dimenticatevi delle telecamere” intervenne C4ss4ndr4 “io sono stata in quell’impianto solo due volte quando non era ancora completo e c’era una telecamera per ogni stanza più molte nei corridoi. Ho visto la sala di controllo e nemmeno i casinò più grandi e famosi hanno un sistema di sicurezza migliore, ci sono oltre cento telecamere sempre attive e trenta monitor di controllo, dei rilevatori di movimento attivano le telecamere che restano in standby se non c’è nessuno nell’ambiente rendendo così molto più facile il controllo. Capite, quindi, che non servono molte guardie che facciano la ronda.”

“La situazione è molto più complicata del previsto” disse Hawk “Dobbiamo pensare ad un piano. Vi do tutto il giorno per pensarci, ci vediamo domani, stesso posto, stessa ora. Per ora è tutto.”

Tutti si stupirono che Hawk avesse deciso di dare a tutti del tempo. Comunque nessuno obbiettò e insieme si alzarono e si diressero verso l’uscita. Il capitano si sedette su una sedia e si accese un sigaro pensieroso.

Usciti dalla sala riunioni Leonardo andò subito vicino al professore che, nonostante non avesse una taglia imponente, lo metteva in soggezione con il suo sguardo penetrante.

“Professore…volevo ringraziarla per ciò che ha detto.”

“Non ti preoccupare, è stato un piacere, non mi piace chi si accanisce per cose prive di senso.”

“Come sta la sua signora?”

“Non molto bene, è ancora sotto shock. Ora ci hanno dato una stanza più sicura in un luogo segreto, speriamo che questa storia si risolva in fretta.”

“Ha ragione. Tra l’altro domani, al massimo dopodomani, dovremmo partire, non so quanto tempo ci voglia ad arrivare in Cina.”

“Da qui non tantissimo, penso che in otto, nove ore dovremmo farcela.”

I due si salutarono con una stretta di mano. Bellinger disse sia a Conti che a C4ss4ndr4 di andare a casa sua e di aspettarlo lì. Pensava che alla ragazza avrebbe fatto bene un po’ di compagnia femminile.

Si diressero verso la metropolitana insieme parlando del più e del meno. Ormai entrambi si consideravano buoni amici e il viaggio filò liscio e senza intoppi.

Trovarono Marzia e Maggy intente a cucinare un piatto tipico della cucina italiana: la pizza. L’indiana si unì a loro con gioia, anche se non aveva mai cucinato in vita sua, lasciando Leo solo sul divano.

Alpha. Ci sei?”

“Certo. Non capisco perché continui a iniziare le tue conversazioni così…”

“Magari stai facendo altro.”

“Questo è possibile, ma te lo direi…comunque, ho visto la riunione: il professore è stato fantastico!”

“Sì, mi ha salvato la pellaccia.”

“L’ha salvata a tutti. Senza informazioni la missione diventa suicida.”

“Hai pensato a come entrare nella base?”

“No. Ora sto preparando una triangolazione di linee per poter comunicare via telefono. Ti ricordi che tu devi parlare con Ebola, no? Bene, penso che mi inserirò nella vostra comunicazione, in modo da poterti parlare.”

“Molto bene.”

“Vedo di scovare più informazioni possibili. Patterson e la sua squadra vi farà da supporto. Ma questo non lo dire, è la nostra arma segreta.”

“Questo Patterson si sta dimostrando molto utile.”

“Con quello che lo pago è il minimo.”

“Speriamo di riuscire nell’impresa.”

“Dovete farcela! Ora ti lascio Leo, vedo se trovo qualche informazione utile. Tu fammi sapere se ci sono novità.”

“Ok ciao, stammi bene.”

“Pure tu.”

Il ragazzo si mise a giocare con tetris direttamente sul cellulare, era un modo per staccare la mente dai problemi che lo affliggevano in quell’ultimo periodo.

Dopo qualche ora arrivò anche Tom che, dopo aver cenato tutti insieme con la pizza preparata dalle tre donzelle di casa, convocò Conti e C4ss4ndr4 in riunione nel suo studio.

“Vi starete chiedendo il motivo per cui vi ho convocati qui. Volevo farvi conoscere quali sono le ultime novità in merito alla missione che dobbiamo compiere in Manciuria. Prima però, volevo scusarmi per il mio comportamento soprattutto nei tuoi confronti Leonardo.”

“Figurati! In fondo fai solo il tuo dovere.”

“Grazie della comprensione.”

Bellinger parlò per circa mezz’ora spiegando tutti i particolari di un piano ben congegnato per sabotare il supercomputer della setta. Ovviamente non era il piano definitivo ma solo una bozza, infatti, soprattutto C4ss4ndr4, ebbe molto da ridire su alcune operazioni semplicistiche che sarebbero state sicuramente un fallimento totale.

Nei giorni precedenti alla partenza furono discussi tutti i particolari dell’operazione che, anche se gli altri non lo sapevano, venivano comunicati ad AlphaCentauriY2K e, successivamente, a Patterson il quale dava dei pareri che venivano esposti per bocca di Leonardo. Le discussioni furono lunghe e sofferte, il piano studiato in precedenza non sorpassò la prova della simulazione al computer. Di solito, i piani venivano attuati se la percentuale di successo superava l’ottanta percento, in questo non arrivava al venti percento con le risorse che avevano a disposizione.

Sotto consiglio di Alpha, Leonardo rivelò la presenza della squadra di mercenari che avrebbe dato supporto all’operazione. La rivelazione non fu presa bene ma, la simulazione al computer diede esito positivo se si inseriva la variabile della squadra di Patterson. Visto che avevano adottato la politica di non fare domande decisero che avrebbero potuto accettare anche quel particolare, anche se non sarebbe stato inserito nei rapporti ufficiali.

Anche Ebola, che ancora viveva in un motel di Los Angeles, era stato informato del piano, in quanto il suo contributo era determinante. Non era stato molto entusiasta della cosa ma, suo malgrado, doveva collaborare. Se gli intenti della setta fossero andati a buon fine, anche lui sarebbe stato colpito.